Ciò che ci si propone non sono i miracoli, né istruzioni per l’uso, ma miglioramenti sensibili di qualità di vita , nell’offerta di un contesto relazionale e di esperienze favorevoli, per l’acquisizione di autosufficienze e per lo sviluppo di competenze e capacità ancora inesplorate.

La patologia sia fisica che psichiatrica, purtroppo, è spesso caratterizzata dal “non si può fare” o  dal “non sentirsi più in grado”: occorre quindi, attraverso una reale compagnia assistenziale ed educativa che tenga presente la persona in ogni suo aspetto del vivere quotidiano, ristabilire e far rinascere un “giudizio di convenienza” (mi conviene stare con- te e con gli altri) e tale mossa dell’umano và sempre sostenuta e alimentata.

 Occorre lanciare la sfida e  passare dal  “non si può fare”  a  “ si può fare perché io sono con-.te”  incentivando e gratificando i desideri, le iniziative e le risorse personali che ognuno può mettere in campo. Quello  che si propone alla persona, è una vita e un’ esperienza di cura che dilati la libertà e le consapevolezze personali e che possa introdurre a un reale benessere psico-fisico. Il Progetto di Housing e Social Living “ il Quartiere dell’Opera” persegue proprio questo obiettivo perché , come accade per ognuno di noi, il  bisogno umano va oltre alla semplice assistenza, custodia o parcheggio.

La normalità del vivere insomma, non come punto di arrivo ma come punto di partenza, dove non serve inventare o costruire eventi straordinari, ma dove l’orizzonte è quello della vita domestica, dove anche solo la presenza di amici, la vivacità di ciascuno degli ospiti, l’attenzione al vivere quotidiano, tutto questo diventa occasione di creatività, di crescita, di riabilitazione e, perché no, anche di guarigione.